Dagli scritti dello studioso Ciccio Innocente un prezioso episodio storico che si intreccia con la devozione popolare.
a cura di Francesco Paladini
“La Fiera che si tiene in Salice, in occasione della festa della Madonna della Visitazione, ha rappresentato da sempre il momento più importante e significativo per la nostra comunità“. È così che Ciccio Innocente inizia il suo saggio breve intitolato “La fiera del ’43“, pubblicato in AA.VV, “Ricordi e racconti alla ricerca del paese perduto”.
In questo saggio Ciccio, vuol rievocare i ricordi di una festa tanto importante per lui, in quanto studioso delle zone di Salice e appassionato della storia del suo territorio, ma anche ricordare il miracolo del 2 luglio del 1943, quando avvenne il bombardamento da parte dei bombardieri americani, che in quel periodo non erano ancora alleati.
Come continua a scrivere, la Fiera in passato era talmente famosa da attirare, fino a prima della guerra, carovane di Zingari provenienti dai paesi Baltici. Questa fiera si protraeva per 3 giorni. La prima giornata era dedicata alla compravendita di ovini e caprini, dette “pecure, mintuni, crape, majati e auni“; la seconda riservata ai cavalli ed asini, dove si faceva una “prova di forza”, ovvero trainare un carro; la terza giornata era riservata ai bovini e vitelli, detti in dialetto “li mbuei e li scenchi“.
La festa, oltre al lato del mercato ovviamente aveva la sua importanza religiosa. La Madonna, come prosegue nel saggio, era adornata con abiti festivi di seta ricamati in oro e la messa solenne in suo onore, veniva celebrata in chiesa, ma erano così tanti i fedeli che riempirono anche il sagrato.
Salice e le bombe: l’intervento divino della Madonna della Visitazione.
Vicino a Salice si collocava l’aeroporto di San Pancrazio e gli americani avevano l’ordine di bombardare. Fu così che alle ore 11, del 2 luglio 1943, sganciarono le bombe poco fuori Salice, notando soprattutto l’enorme folla, distratta dai festeggiamenti della Fiera.
Come descrive poi Innocente, il boato delle bombe fece spaventare e scappare in maniera incontrollata chiunque. Uomini e animali nella loro fuga, distrussero bancarelle o persero familiari nel trambusto generale.
Una volta passata la paura del momento, l’intero paese si ricompose, le bancarelle furono ricostruite e i dispersi nella fuga furono recuperati. “La Madonna della Visitazione salvò il paese“, queste le parole di Innocente, ma anche di tutti i cittadini di Salice, che non dimenticarono mai la paura della bomba, ma soprattutto, l’indennità del paese anche dopo un bombardamento.